Può capitare, anzi è un errore molto comune e diffuso, di confondere la tassidermia con la pratica dell’imbalsamazione o di considerarle la stessa cosa, come se l’una fosse sinonimo dell’altra. Ma non è così, perché si tratta di pratiche differenti, seppure con punti in comune.
La tassidermia, però, differisce dall’imbalsamazione perché quest’ultima è intesa come conservazione di un corpo umano o animale in senso ampio e per diversi scopi, mentre la tassidermia è rivolta esclusivamente agli animali e alle loro pelli, che vengono preparate e poi eventualmente imbottite con materiali (una volta legno o paglia, oggi metallo o materiale sintetico come le resine) per l’esposizione come esemplari degli animali in questione. L’artista che si occupa dell’impagliatura è detto “tassidermista”.