La tassidermia e l’imbalsamazione sono attività delle quali certo non si parla tutti i giorni, ma, come spesso capita, grazie al cinema soprattutto la seconda è divenuta nota. Il film in questione è il pluripremiato lungometraggio di Matteo Garrone intitolato, appunto, “L’imbalsamatore”. Il film riprende la vicenda di cronaca romana del “nano di Termini” Domenico Semeraro (Ostuni 1946 – Roma 1990), un tassidermista omosessuale, ucciso dal suo protégé, Armando Lovaglio (Roma, 1969 – Formello 2017), nel 1990. L’intento di Garrone è stato quello di raccontare la storia di un uomo che ricerca la bellezza inseguendo un amore impossibile verso un ragazzo giovane e bello.
Gli attori scelti dal regista per l’interpretazione dei tre personaggi principali sono Ernesto Mahieux, che nei panni di Peppino ha vinto il David di Donatello per il miglior attore non protagonista, Valerio Foglia Manzillo, ex modello e al debutto nel cinema nel ruolo di Valerio, e Elisabetta Rocchetti nel ruolo di Deborah, fidanzata di Valerio. Il film è stato girato al Villaggio Coppola, una frazione di Castel Volturno nota per essere stata costruita in modo completamente abusivo e Cremona. Le musiche sono state affidate alla Banda Osiris e la colonna sonora è stata pubblicata in L’imbalsamatore, quarto album del gruppo musicale vercellese.